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Dieta ed integrazione

Latte e Osteoporosi

Latte e Osteoporosi - Silvio Porro
Nonostante le opinioni diffuse anche fra taluni medici e nutrizionisti, e al di là delle divulgazione operate dalle pubblicità, il consumo di latte non previene l'osteoporosi, né aiuta i soggetti affetti da questa patologia, inclusi quelli più a rischio per motivi fisiologici, come le donne in menopausa. Infatti, come afferma l'Harvard Nurses' Health Study , che ha seguito clinicamente oltre 75.000 donne per dodici anni, ha mostrato che l'aumentato consumo di latte non avrebbe alcun effetto protettivo sul rischio di fratture. Anzi, l'aumentata introduzione di calcio attraverso latte e latticini era associato con un rischio di fratture più elevato. Le proteine contenute nel latte hanno infatti un alto grado di acidità, e ciò significa che, per quanto il latte possa fornire calcio e vitamina D, provocherà anche delle reazioni fisiologiche volte a tamponare l'acidità provocata dall'assorbimento delle suddette proteine con conseguente impoverimento dei depositi di calcio contenuti nelle ossa. Uno Studio Australiano  è pervenuto al medesimo risultato. Inoltre altri Studi  non hanno evidenziato alcun effetto protettivo sull'osso da parte del Calcio proveniente dai derivati del latte. Per ridurre il rischio di osteoporosi, va ridotta l'assunzione con la dieta di Sodio e di Proteine animali , aumentato il consumo di frutta e verdura, l'attività fisica, e va assicurato un adeguato introito di Calcio da fonti vegetali,

FONTE: WIKIPEDIA

 - Silvio Porro
VITAMINA C
 
 
E’ considerato, a ragione, il più importante elemento nutritivo per la nostra salute.
L’uomo deve assumerlo con l’alimentazione perché l'organismo non riesce a produrlo.
 
Le funzioni principali
 
La vitamina C svolge varie  importanti funzioni biologiche, le principali:

- sintesi del collagene, proteina fondamentale che entra nella formazione dei tessuti connettivali, delle cartilagini, delle ossa e che ha proprietà "cementanti le cellule". Essa dà solidità, resistenza ed elasticità ai tessuti del nostro corpo: vasi sanguigni, ossa, pelle, tendini, ecc

- trasformazione del colesterolo in acidi biliari (importanti questi ultimi per la  digestione degli acidi grassi)

- assorbimento ed utilizzazione del ferro

- fattore essenziale nel metabolismo della tiroxina, aminoacido da cui derivano i neurotrasmettitori adrenalina e  noradrenalina e di ossidazione di altri aminoacidi

- aumenta le riserve epatiche e muscolari del glicogeno

- azione stimolante l'attività fagocitaria dei leucociti sulle funzioni del sistema reticolo-endoteliale,  quindi importante  per il sistema immunitario

- azione antiossidante, anti radicali liberi in sinergia con la vitamina E

- conversione dell'acido folico in acido folinico.

Inoltre possiede l'importante proprietà di ridurre la formazione nell'organismo di nitrosamine, sostanze tossiche e cancerogene che derivano dai nitrati, sostanze preservanti e aromatizzanti presenti in certi cibi quali le salsicce, le carni insaccate, la carne in scatola, il pesce affumicato.

Agisce come fattore antistress, antifatica e di stimolo generalizzato sia a livello fisico che mentale poiché stimola la funzione della corteccia surrenalica.
Conferisce una maggiore resistenza  alle malattie infettive durante le quali nell'organismo vi è un abbassamento della concentrazione proprio della vitamina C.
 
E' una vitamina termolabile per cui è facilmente disattivata con la cottura dei cibi che la contengono, è preferibile quindi assumere gli alimenti ricchi in vitamina C crudi e non cotti.
 
 
Se il collagene scarseggia, le ossa diventano fragili (= osteoporosi), le articolazioni si indeboliscono (= artrosi) i vasi sanguigni perdono elasticità (= ipertensione sanguigna) e subiscono lesioni di vario tipo (= arteriosclerosi, infarto, ictus), la pelle diventa vecchia e rugosa, ecc... Si dice che siano i cosiddetti “segni dell’età”; ma veramente l’età non c’entra molto. Sono i segni di  carenza cronica di vitamina C.
 
  
Questa vitamina è forse la più conosciuta di tutte, grazie anche alla sua provata capacità di prevenire i raffreddori. Una funzione meno conosciuta ma non per questo meno importante, è l'azione benefica sui dolori di schiena o lombari.
 
C'è da aggiungere che situazioni di stress depauperano la nostra riserva di vitamina C,   esponendo il nostro corpo a vari malanni fisici, non ultimo, naturalmente, il mal di schiena.
 
Alte somministrazioni non danno luogo a ipervitaminosi. Ciò infatti è quasi impossibile anche per dosaggi notevolmente alti, in quanto la sostanza in eccesso viene automaticamente espulsa dal nostro organismo, senza quindi alcun danno di accumulo. Basilare comunque il fatto che l'acido ascorbico non sia assolutamente sintetizzabile dal nostro organismo, che lo può ricevere solo dall'alimentazione. Per quanto riguarda il suo livello tossico, bisogna dire che l'acido ascorbico è considerato un composto fra i più altamente innocui che esistano in natura. A tutt'oggi non è stato mai accertato un caso di ipervitaminosi da vitamina C. Per scrupolo, una dose giornaliera limite può essere indicata in quantità di circa 4-5 gr.
 
Fonti bibliografiche:
Tutto integratori alimentari 2006 di Claudio Tozzi
       Come vivere senza malattie e senza medicine  di Alberto  R. Mondini                
Linus Pauling
 
«Uno studio sorprendente pubblicato negli Annals of Internal Medicine del 2004 ha rivelato che la vitamina C endovena può portare a concentrazioni di vitamina C nel sangue sufficienti per uccidere le cellule cancerose e ha sollecitato il riesame della terapia con vitamina C [Annals Internal Medicine, vol. 140, 2004, pp. 533-537]. La vitamina C endovenosa è tossica solo per le cellule cancerose, non per quelle sane. La medicina moderna ha reagito a questo studio ignorandolo. Adesso uno studio pubblicato nel Canadian Medical Association Journal mostra in maniera convincente come la vitamina C per via endovenosa abbia represso in maniera documentata il cancro avanzato in tre casi riguardanti cancro alla vescica, polmone, rene e linfoma. Questi tre casi sono stati trattati con i rigidi standards dei case report stabiliti dall'U.S. National Cancer Institute. Con la terapia di vitamina C endovenosa i tempi di sopravvivenza sono stati di 4, 9 e 10 anni [Canadian Medical Assn Journal, vol. 174, 2006, pp.  937-942]! Per contro, oggi gli oncologi prescrivono farmaci chemioterapici che, nella migliore ipotesi, prolungano la vita dei pazienti di cancro di 1-2 mesi a un costo di 5.000 dollari al mese».
Sardi, Bill, “We Let Them Die – 15 Million of Them”, da www.knowledgeofhealth.com, 28 marzo 2006.
 

 - Silvio Porro
LA PALEO DIETA

L'immagine raffigura la piramide alimentare  dei cibi approvati e proposti  dalla Paleo Dieta.
Ho adottato questo stile di alimentazione semplice ed efficace, sano ed equilibrato, in grado di fornirci tutti gli elementi nutritivi di cui abbiamo bisogno, mantenerci in ottima forma e pieni di energia. Dopo il breve periodo iniziale in cui vi sembrerà impossible vivere senza la pasta o il latte o il pane, sarete talmente soddisfatti dei risultati che non vorrete più tornare alle vecchie abitudini.

Cos'è la Paleo Dieta

La Paleo Dieta intende riproporre il tipo di alimentazione che caratterizzava le popolazioni umane vissute nel periodo precedente la scoperta dell'agricoltura, avvenuta circa 10.000 anni fa. Per circa due milioni di anni, gli uomini trassero sostentamento da caccia, pesca e raccolta di vegetazione spontanea; a sostenere la Paleo Dieta è pertanto l'assunto che a livello genetico e fisiologico l'uomo non ha subito grossi mutamenti dal paleolitico ad ora, sebbene si sia evoluto dal punto di vista culturale, tecnologico e scientifico.

Di conseguenza, la corretta alimentazione si dovrebbe basare su cibi che erano reperibili prima dello sviluppo delle tecniche agricole, cioè su carne, pesce, crostacei, uova, bacche, frutti, verdure e frutta secca.


Cosa mangiare

La Paleo Dieta consiglia di mangiare cibi quanto più possibile vicini allo stato naturale: carne  meglio se di animali selvatici o allevati bradi senza l'utilizzo di granaglie; pesce, anche in questo caso preferendo pesci pescati, frutti di mare, crostacei, molluschi, uova, frutta e verdura di ogni tipo, scelta tra i prodotti di stagione, moderate quantità di frutta secca. L'unico olio consentito è l'olio extravergine d'oliva. Notevole importanza rivestono i pesci grassi ed il pesce azzurro, quindi sgombro, tonno, sardine, alici, in quanto contengono rilevanti quantità di acidi grassi omega-3.

Per quanto riguarda le percentuali di macronutrienti, non vengono fissate in modo preciso (come avviene per esempio nella Dieta Zona) ma viene fornito un range: le proteine rappresentano dal 20% al 35% delle calorie, i grassi dal 30% al 60% ma anche 80% o oltre per alcuni soggetti, i carboidrati dal 20% al 35% delle calorie. 

Cosa non mangiare

Tutto quanto non era disponibile nel Paleolitico e che dunque risulta estraneo al genoma dell'uomo, quindi: i cereali e i loro derivati, i legumi (compresa la soia), il latte e i suoi derivati. Da eliminare anche   caffè, cacao, vino, aceto e sale. Il motivo dell'eliminazione del sale risiede nel fatto che a coprire il fabbisogno corporeo di sodio basta quello contenuto nei cibi e l'aggiunta di altro sale comporterebbe un dannoso squilibrio tra sodio e potassio.

Vanno eliminati anche gli oli di mais e di semi e la margarina: i primi poiché ricchi di acidi grassi omega-6, che hanno effetto infiammatorio, la seconda perché è costituita da grassi idrogenati, molto pericolosi per la salute.


Punti di forza

1) Seguendo il modello paleolitico si introducono con l'alimentazione elevate quantità di vitamine e cofattori vitaminici, minerali, antiossidanti, contenuti nella frutta, nella verdura e nelle carni.

2) Inoltre, l'eliminazione degli oli di semi e il consumo abituale di pesce azzurro permette di raggiungere il giusto equilibrio tra acidi grassi omega-3 ed omega-6, sebbene appaia molto difficile oggigiorno ottenere il rapporto ideale tra omega-3 ed omega-6 senza ricorrere all'uso di integratori: si calcola infatti che nel Paleolitico tale rapporto fosse 1:1.

3) L'abbondante consumo di verdura e frutta e l'esclusione di cereali e latticini apporta benefici in quanto produce nel corpo un ambiente alcalino, con effetti protettivi per le ossa e la salute in genere.


Critiche

1) Questa dieta viene accusata di essere iperproteica; in realtà, essa non limita i carboidrati, consiglia solo di consumare i carboidrati della frutta e della verdura, che sono a basso indice glicemico e non dei cereali e dei loro derivati.

2) Un'altra critica che le viene mossa riguarda la mancanza di calcio, data l'esclusione dei latticini. C'è da ricordare in proposito come i latticini, benché ricchi di calcio, siano molto acidificanti e dunque rendano difficoltosa l'assimilazione di questo minerale oltre ad alterare l'equilibrio calcio/magnesio. Al contrario, una dieta ricca di verdura e frutta e dunque alcalinizzante come la Paleo Dieta avrebbe effetto protettivo nei confronti dell'osteoporosi.

3) Un'ultima obiezione afferma che nel corso del tempo è possibile che ci siano state modificazioni riguardo al patrimonio genetico umano, per cui l'uomo si sarebbe adattato al consumo di latticini e/o di cereali. La diffusione di intolleranze al latte e al glutine porta a mettere in discussione il fondamento di questa ipotesi. Oltre al fatto che le ricerche di Eaton e Cordain hanno evidenziato una modifica nel genoma umano da 40.000 anni a questa parte di solo lo 0,02%. Proprio Cordain è atteso  in Italia, per una conferenza sulla Paleo Diet che si terrà a Roma il 16/17 aprile 2011.

Bibliografia

  • Dr. Loren Cordain, "The Paleo Diet"
  • Dr. Loren Cordain e Joe Friel, "The Paleo Diet for Athletes"

Silvio Porro

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